Piero Mosti – Senza titolo
Mosti Piero
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 90x60
- Codice prodotto: RZAG002
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DESCRIZIONE
Gianni Dova scriveva di lui: “Ciò che mi colpisce di più nella sua pittura è innanzitutto la luce, che, anche se proiettata su un muro in piena oscurità, fa riconoscere il meglio dal peggio, il buono e il bello dal mediocre”. Dalle parole di Gianni Dova si può riconoscere a Piero Mosti l’originalità di un’artista che dona alla sua arte una immobilità e un fare silenzioso che arriva attraverso una lunga introspezione personale. Artista enigmatico ed intimo, raccoglie nelle sue opere un’atmosfera vellutata e nascosta che rivela l’aspetto psicologico in sordina. L’opera che abbiamo il piacere di ammirare nella sua quiete e semplicità raccoglie tutte queste informazioni. L’uomo non viene rappresentato ma tutto è riconducibile ad esso.
A livello stilistico Mosti si rifà ad un modo contemporaneo di osservare la natura e gli oggetti che l’uomo crea. L’olio sulla tavola diventa espressione materica di un sentimento di vuoto. L’impassibilità della pennellata disegna i contorni del cesto in maniera sincera. I colori luminosi, tenui e materici descrivono le forme del reale. La lucentezza della pittura concerne anche la riflessione sulla luce che è riuscito a creare l’artista che entra in punta di piedi in una dimensione quasi metafisica dell’opera.
Piero Mosti artista massese nato nel 1941, sin da giovane ha la passione per l’arte, fino ad attivare a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove apprenderà le lezioni riguardanti le tecniche di preparazione degli intonaci e dell’affresco. Presso l’Accademia si diplomerà a pieni voti. Il suo successo arriverà con l’incontro del critico d’arte il Prof. Pier Carlo Santini. Il professore ne riconosce la bravura facendolo conoscere nell’ambito artistico. Scrive Santini riguardo a Mosti”…era logico che il primo trapasso stilistico si verificasse nella direzione di un tipo di realismo idoneo il suo senso dolente della vita, venato di pessimismo dolente. Il pericolo era la retorica, l’ho scontato…Mosti lo ha evitato, sostituendo al racconto letterale e in definitiva illustrativo, una figurazione di natura evocante, la cui materia tematica si fa allusiva di ben altro di ciò che è, assumendo un pregnante valore simbolico.” Mosti con oltre quarant’anni di attività ha esposti in importanti spazi pubblici e privati.