Mario Marcucci – Senza titolo

Mario Marcucci – Senza titolo

Marcucci

L’opera del pittore Marcucci, si presenta sotto due facce; in una viene rappresentato quello che può sembrare un gatto in movimento, mentre il retro presenta una composizione naturalistica con dei fiori. La rappresentazione del soggetto, presumibilmente un gatto, può essere ascritta allo studio di movimento. Solitamente questa pratica degli artisti, di osservare il movimento di […]

  • Tecnica: Tecnica mista su cartoncino
  • Dimensione: 16x23

  • Codice prodotto: CMAT001

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DESCRIZIONE

L’opera del pittore Marcucci, si presenta sotto due facce; in una viene rappresentato quello che può sembrare un gatto in movimento, mentre il retro presenta una composizione naturalistica con dei fiori. La rappresentazione del soggetto, presumibilmente un gatto, può essere ascritta allo studio di movimento. Solitamente questa pratica degli artisti, di osservare il movimento di un soggetto specifico per ricrearne la dinamicità e l’energia, ha sicuramente come scopo quello di approfondire lo studio compositivo, anatomico e vitale del tema scelto. Questo tipo di approfondimento viene realizzato in varie forme d’arte, come la pittura, scultura, fotografia e disegno. L’immagine sul retro invece, ci racconta tutt’altro. I fiori guardano più rappresentazione tradizionale, che guarda alla natura morta come genere artistico. La natura morta è spesso utilizzata per esplorare la luce, il colore, la texture e la composizione, e può essere vista come un’opportunità per gli artisti per esprimere concetti simbolici o concetti più profondi attraverso la disposizione degli oggetti.

Lo stile pittorico di Marcucci racconta una natura post – impressionista. Entrambe le figurazioni hanno lo scopo di riportare il dato sensibile del soggetto, per carpirne l’essenza e la sua sostanza. Nella prima raffigurazione, la dinamicità del gatto viene catturata dalla ripetizione continua del disegno, che tratta con linee sinuose e diverse prospettive il soggetto rappresentato su diversi piani nella superficie. L’opera su retro, con i fiori in primo piano invece, guarda non tanto al disegno quanto alla rappresentazione in pittura del colore che plasma il soggetto. La scomposizione della pennellata, ricca, costruisce ogni singolo dettaglio con rispettive vibrazioni luminose. I piani si sovrappongono e il soggetto si fonde con la complessità che lo contiene.

Mario Marcucci nasce a Viareggio nel 1910. La sua passione per il disegno e la pittura, viene coltivata sin da bambino. Autodidatta, la semplicità nella sua pittura è stata condizionata sia dal suo ambiente familiare, austero e dai solidi valori, sia dalla propensione dell’artista nell’utilizzare supporti casuali quali pagine di un giornale, il foglio di un quaderno, il rovescio di una cartolina o un pezzo di carta da pacchi, per le sue opere. Artista definito naif con influenze di Silvestro Lega e Giovanni Fattori, tra il 1930 ed il 1932 fu chiamato a svolgere il servizio di leva come furiere nel reparto marina alla Spezia, dove strinse amicizia con il pittore e scrittore Luca Ghiselli, fondamentale per la sua formazione. La mostra del 1934 presso il Kursaal, il casinò di Viareggio, lo fece avvicinare alla pittura di Scipione e Mario Mafai, grazie all’incontro e recensione di Gino Parenti. Successivamente, nel 1937, vinse, a pari merito con Fabio Sargentini, il Premio Viani, ottenendo la stima di Carlo Carrà, il quale lo segnalò in un articolo dell’ “Ambrosiano” come una delle più spiccate figure della giovane pittura italiana. Continuò la sua ricerca pittorica ed espose in numerose Gallerie in tutta Italia, partecipando anche a rassegne importanti quali: il III Premio Bergamo, uno dei concorsi di maggior prestigio in Italia, dove ottenne la vittoria, successivamente nel 1948, prese parte alla V Quadriennale di Roma e nello stesso anno fu invitato alla XXIV Biennale di Venezia. Negli anni Cinquanta le esposizioni si riducono, in questo periodo il pittore si trova a Roma, per poi tornare a Firenze nel 1966. Nel 1968, la Galleria Farsetti di Prato organizza una grande mostra in suo onore, raccogliendo 100 opere del Maestro. Muore nel 1992.


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