Giuseppe Ciotti – La donna e la vita
Ciotti Giuseppe
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 100x70
- Codice prodotto: LPIA004
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DESCRIZIONE
L’iconografia di questo quadro ha sicuramente dei valori allegorici e può essere definita, in qualche modo, simbolista proprio per la sua allusione a significati sottesi. E’ un tipo di soggetto che può essere ricollegato al linguaggio artistico di pittori di fine Ottocento come Moreau, Bocklin o Puvis des Chavannes, che pur usando un linguaggio sostanzialmente figurativo elaboravano iconografie intellettualmente complesse, piene di riferimenti simbolici e allegorici. In particolare in questo dipinto notiamo un’ispirazione, da parte di Giuseppe Ciotti, ad un ambito estetico liberty e preraffaellita. Tipica, infatti, del clima culturale dell’Art Noveau è la tematica idealista- mitologica dei soggetti nudi in un’ambientazione silvestre, edenica.
Sia che si tratti di iconografie complesse o di brani presi dalla realtà più immediata, la ricerca pittorica di Giuseppe Ciotti punta tutto sulla purezza formale e compositiva, unita ad un’esaltazione dei valori plastici. Tutto ciò è in linea con la sua adesione al gruppo di “Novecento”. E così nei vasi di fiori o nelle figure statuarie, la figurazione risulta sempre molto oggettiva e gli elementi sembrano quasi essere scolpiti in una materia dura e preziosa. Fondamentale, soprattutto nelle opere a iconografia sacra o simbolista è una certa vena arcaizzante, che sembra guardare verso un passato citazionista che ricorda un po’ quello dei preraffaelliti. In linea con queste istanze estetiche anche i colori sono estremamente brillanti e pieni di luce. È questa, sicuramente, la cifra stilistica più riconoscibile di Giuseppe Ciotti, ovvero il fatto che alla purezza formale dei soggetti si accompagni un’assoluta purezza del cromatismo che cristallizza anche la realtà in una dimensione simbolica. Tutto ciò, in particolare la definizione fortemente plastica dei soggetti, è possibile grazie alla straordinaria tecnica di Giuseppe Ciotti la quale, coerentemente, concede poco ad effetti eccessivamente pittorici e si affida ad una stesura compatta per mantenere la purezza formale che contraddistingue la sua ricerca.
Giuseppe Ciotti è nato a Udine nel 1898 e scomparso a Roma nel 1991. È stato presente alla I Biennale friulana d’arte del 1926. L’anno successivo si stabilisce a Roma dove avvenne l’incontro con i pittori della scuola romana e con il linguaggio del Novecento, a cui aderì. Conobbe Giorgio De Chirico, Carlo Levi che rinsaldarono in Ciotti la concezione della pittura come ricerca del vero e come fedeltà alla grande tradizione pittorica classica italiana. Nel 1932 ottenne l’incarico di realizzare, per la sede degli Accademisti al Foro italico cinque affreschi che illustrano scene allegoriche e di propaganda. Lavorò a Chicago per l’ospedale Columbus, ora demolito, dove nel 1953 dipinse la cappella dedicata a santa Francesca Xavier Cabrini. Dopo il 1955, al ritorno in Italia, lavorò nella chiesa di Ss. Maria Consolatrice a Milano. Nel 1959 realizzò un affresco nel catino dell’abside della basilica romana di S. Pancrazio. Dipinse sulla facciata del palazzo comunale di Cervara di Roma e realizzò vetrate per numerosi edifici religiosi.