Giovanni Bartolena – Senza titolo
Bartolena Giovanni
- Tecnica: Olio su tavola
- Dimensione: 50x21
- Codice prodotto: RMAN001
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DESCRIZIONE
Il dipinto può essere definito una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche ottocentesche i soggetti della vita di tutti i giorni furono considerati della stessa importanza di quelli storici o religiosi. L’artista Giovanni Bartolena si è ispirato soprattutto alla scena di genere di tipo militare con figure in divisa e cavalli.
Giovanni Bartolena è un importante rappresentante della Scuola Labronica e perciò il suo linguaggio pittorico si distingue per la prevalenza del colore sul disegno e un tipo di stesura sintetica che costituisce una rivisitazione della tradizione macchiaiola toscana. Nelle sue opere possiamo apprezzare come soprattutto l’uso della luce, sempre tramite i valori tonali del colore, sia molto scenografico. Come nei dipinti dei macchiaioli la luce invade tutta la scena, chiara e tersa, mentre in lontananza si staglia un cielo più scuro, carico di umidità.
Giovanni Bartolena (Livorno, 1866 – 1942). Espone per la prima volta nel 1892 alla Promotrice di Torino. Nel 1920 aderisce al Gruppo Labronico dove noti artisti livornesi si ritrovano al Caffè Bardi di Livorno, sulla scia del noto Caffè Michelangiolo, luogo di ritrovo degli artisti Macchiaioli di diversi decenni prima. Nel 1925 si tiene a Milano la sua prima mostra personale, che ottiene un notevole successo. Nel 1926 partecipa alla Mostra del Paesaggio di Bologna, nel 1927 all’esibizione del Circolo di Cultura di Bologna e tiene altre personali a Livorno, presso la Bottega d’Arte e a Milano. Partecipa nel 1929 e 1930 alle mostre della Galleria Micheli di Milano, nel 1931 alla prima Quadriennale di Roma e nel 1932 alla Biennale di Venezia.