Franco Angeli – Conciliazione

Franco Angeli – Conciliazione

Angeli Franco

L’opera si rifà ad un’estetica pop nell’uso di elementi segnici e nella loro ripetizione seriale. La Pop Art nasce negli Stati Uniti nella seconda metà del XX secolo come interesse/critica, da parte degli artisti, verso la contemporanea “società dei consumi”. Tutte le espressioni della Pop-Art presuppongono una sorta di doppio legame con il mondo del […]

  • Tecnica: Olio su carta
  • Dimensione: 100x70
  • Anno: 1964

  • Certificato:
  • Codice prodotto: amos002

Visualizzazioni 683

DESCRIZIONE

L’opera si rifà ad un’estetica pop nell’uso di elementi segnici e nella loro ripetizione seriale. La Pop Art nasce negli Stati Uniti nella seconda metà del XX secolo come interesse/critica, da parte degli artisti, verso la contemporanea “società dei consumi”. Tutte le espressioni della Pop-Art presuppongono una sorta di doppio legame con il mondo del consumismo e dei mass-media. Da una parte è l’opera d’arte che si abbassa a mero prodotto di consumo, grazie all’uso del linguaggio pubblicitario nelle opere e alla loro riproduzione seriale grazie a procedimenti meccanici. Dall’altra sono proprio le immagini pubblicitarie e i beni di consumo a diventare essi stessi opere d’arte, in quanto espressione più genuina e veritiera della nuova società. In particolare, l’opera in oggetto rientra nelle riflessioni di Franco Angeli sui simboli del potere. Il dipinto, dal titolo “Conciliazione”, è una dura critica Concilio Vaticano II. La croce, rappresentata su una montagna d’oro viene accostata ad altri simboli ricorrenti nelle opere di Angeli: l’aquila del mezzo dollaro, simbolo del capitalismo (già definita “Aquila Romana” in altre opere) che va a stabilire una connessione tra impero romano ed imperialismo contemporaneo con la presenza della “Lupa capitolina”. A causa di questo soggetto l’opera suscitò molto scalpore durante una mostra negli anni ’60, tanto che il Vaticano ne chiese la rimozione.

Rispetto ad altre opere nelle quali i simboli vengono riprodotti in maniera meccanica, in questo olio su carta Angeli adotta uno stile decisamente espressionista astratto. Ciò fa riferimento ad uno spunto concettuale tipico della Scuola di Piazza del Popolo e che ci riporta soprattutto a Schifano. Il simbolo del potere banale e massificato, viene interpretato come se fosse riprodotto da uno schermo bidimensionale, piatto. L’estetica che l’artista usa è molto espressionista tanto che sembra di poter interpretare le pennellate gestuali ed il dripping del colore come interferenze sul monitor che riporta le immagini. Tutto dunque, anche ciò che ormai è reso banale dalla riproduzione del mezzo meccanico o tecnologico, viene rivitalizzato dalla ricontestualizzazione dell’artista e dalla sua gestualità pittorica ispirata all’Espressionismo Astratto americano.

Franco Angeli, pittore romano nato nel 1935 e scomparso nel 1988. A partire dagli anni ’60 fece parte della Scuola di Piazza del Popolo. Si tratta di un gruppo di pittori, di cui faceva parte anche Mario Schifano, che si riuniva al Caffè Rosati ed era accomunato da un linguaggio artistico che si rifaceva alla Pop Art ma secondo una nuova sensibilità che risentiva anche delle sperimentazioni dell’Espressionismo Astratto Americano. E’ spiccatamente Pop l’uso di simboli della società dei consumi, ripetuto in maniera seriale, ma la loro interpretazione pittorica, sporca o materica o con tecniche gestuali come il dripping, ne dà una nuova visione e una diversa riconfigurazione.


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