Francesco Lord Mancini – Marina

DESCRIZIONE

Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo.

Il pittore Francesco Mancini in questi piccoli paesaggi usa una pennellata molto veloce e molto sintetica. Le pennellate sono sempre pastose, cariche di un colore che si stende corposo. La superficie si appiattisce, concedendo poco alla profondità spaziale. Tutta la composizione si risolve in un incastro di piani, determinato dall’andamento del ductus pittorico. Dati questi caratteri di sinteticità e di marcata espressività si può dire che, nel suo linguaggio pittorico, Mancini si accosta di più ad un tipo di linguaggio già Impressionista, tuttavia mantenendo un tipo di composizione piuttosto classico e tradizionale.

Francesco Mancini è stato un pittore napoletano, nato nel 1830 e scomparso nel 1905. Formatosi al Reale Istituto per le Belle Arti inizia la sua carriera eseguendo pittura accademica con temi storici. Alla fine degli anni ’50 comincia ad occuparsi di pittura dal vero, accostandosi, nel linguaggio ai modi impressionisti. Nel 1877 l’acquisizione da parte di re Umberto I del suo dipinto La rupe, presentato all’Esposizione Nazionale di Napoli, lo rese molto famoso. Dopo i soggiorni londinesi degli anni ’80 venne soprannominato “Lord”.

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