Cesare Peruzzi – Senza titolo (Ragazzo che suona)

Cesare Peruzzi – Senza titolo (Ragazzo che suona)

Peruzzi Cesare

  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensione: 30x40

  • Codice prodotto: LANI010

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DESCRIZIONE

La musica diventa tema d’arte, dalle sue prime rappresentazioni, la sua iconografia sin dall’antichità è legata a feste e banchetti, tanto che proprio nella cultura figurativa romana e greca essa viene rappresentata con musicisti e danzatori. Nel Medioevo la musica viene considerata una forma di preghiera e veniva rappresentata come tale. Il suo valore nella messa in scena figurativa avviene nell’arte del Seicento, con l’avvento della musica barocca. Pittori di spicco come il Caravaggio si concentrarono su questo tema, entrando anche in tematiche simboliche. Cesare Peruzzi si fa interprete di questo tema, a livello formale, all’interno della pittura del XX secolo, esplorando la relazione tra musica e arte.

Il fanciullo che suona la chitarra ci rimanda ad una situazione intima e di realtà quotidiana. La delicatezza che riesce ad esprime l’artista si racconta attraverso le proporzioni, in cui lo strumento sembra sovrastare il bimbo intento ad imparare a suonare. Interessante la composizione e la posa in cui si declina la concentrazione della figura. La palette è quella di toni scuri e ombrosi che contrastano con la scena spensierata. La pennellata veloce si rifà ad una storia della pittura figurativa che in qualche modo vuole rendere l’emotività del momento.

Cesare Peruzzi nasce a Montelupone in provincia di Macerata nel 1894. Nell’arco della sua vita risiederà in altre città italiane per brevi periodi per poi stabilirsi a Recanati. Frequenta l’Istituto Superiore di Belle Arti a Roma e solo dopo la guerra finirà i suoi studi. Il tornare a Roma per terminare i suoi studi, lo porta ad avvicinarsi all’Accademia di Francia dove avrà l’occasione di affinare le sue tecniche con maestri esperti, affina il disegno dal vero e il nudo sia maschile che femminile. L’esordio arriva nel 1915 quando esordisce a Roma in occasione della Mostra Internazionale “Secessione”, esponendo insieme ad artisti del calibro di Degas, Cezanne, Renoir, Guidi e Casorati. Dal 1925 al 1935 l’artista pratica l’acquerello e si distingue dalla pittura dell’epoca. Nel 1928 Il “Dizionario dei pittori italiani” della “Società editrice Dante Alighieri” lo cita tra gli artisti marchigiani degni di notorietà. La carriera dell’artista sarà piena di mostre personali e premi importanti.


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