Carlo Corsi – La spiaggia a Calle

DESCRIZIONE

Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo.

La produzione paesaggistica di Carlo Corsi è essenzialmente espressionista. La realtà viene interpretata in modo estremamente sintetico, con un esercizio di riduzione notevole. La superficie è completamente bidimensionale, senza concedere nulla alla profondità spaziale. Il paesaggio è costruito tramite una stratificazione del colore denso, quasi materico. Le stesse cromie non hanno affatto aderenza con la realtà, prestandosi ad un’interpretazione più spirituale che naturalistica. La composizione viene costruita su zone cromatiche sovrapposte, in una superficie pittorica fluida e dinamica. L’esecuzione è talmente sintetica da puntare verso l’Espressionismo Astratto.

Carlo Corsi (Nizza, 1879 – Bologna, 1966). Si trasferisce prima a Bologna e in seguito a Torino, ove frequenta l’Accademia di Belle Arti, entrando in contatto con Giacomo Grosso. Nel 1912 viene invitato alla Biennale di Venezia (alla quale parteciperà più volte fino all’edizione del 1958 con una sala a lui riservata e la presentazione di Francesco Arcangeli). Nel 1913 partecipa a delle mostre a Monaco, a San Francisco e alla I mostra della Secessione Romana (la prima di una lunga serie di partecipazioni). Nel 1953 vince un premio acquisto alla prima edizione del Premio Spoleto.

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