Attribuibile a Jasper Johns – Senza titolo
Jasper Johns
L’espressione artistica che si sviluppa negli anni del Secondo Dopoguerra vede l’affermazione di nuovi movimenti di rottura con l’arte figurativa. L’espressionismo astratto, che domina il mondo dell’arte contemporanea, vede un superamento nella metà degli 50’. Le nuove tendenze, che riscoprono la lezione duchampiana dadaista vogliono offrire un nuovo tipo di immagine che travalica l’aspetto […]
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 82,5x60,5
- Certificato: si
- Codice prodotto: GMAR004
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DESCRIZIONE
L’espressione artistica che si sviluppa negli anni del Secondo Dopoguerra vede l’affermazione di nuovi movimenti di rottura con l’arte figurativa. L’espressionismo astratto, che domina il mondo dell’arte contemporanea, vede un superamento nella metà degli 50’. Le nuove tendenze, che riscoprono la lezione duchampiana dadaista vogliono offrire un nuovo tipo di immagine che travalica l’aspetto figurativo per concentrarsi sulla percezione tra forme ed oggetti che si trovano nella realtà quotidiana. Interpreti di questa nuova corrente sono John Chamberlain, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Jim Dine, Robert Watt, Robert Indiana o Bruce Conner solo per citarne alcuni. Questi artisti preparano il terreno per la futura pop art. Le opere si sviluppano verso quello che vengono chiamati quadri-scultura, veri e propri assemblaggi. I combine – painting suggeriscono proprio la nuova realtà con tendenze al consumismo. Pierre Restany, critico d’arte francese, parlerà in Europa di “nuovi realismi”. Jasper Johns si colloca sotto questo nuovo clima artistico, man mano cominciando ad abbandonare la tecnica dell’action painting, si concentra su simboli, numeri e colore denso che nell’opera si spoglia di qualsiasi significato simbolico per introdurci al consumo di queste.
Durante gli anni Sessanta, dove il quadro si colloca a livello temporale, l’opera di Johns si concentra sui motivi delle carte geografiche e sul segno, più nello specifico sul tema delle impronte del corpo umano. Proprio l’opera che guardiamo ha la tendenza a raccontare i segni dell’uomo sulla tela. La bicromia della tela, assemblata con numeri e parole ci fa entrare in una dimensione concettuale, in cui coesistono diversi motivi. Sebbene l’opera abbia comunque tendenza a guardare l’oggetto come segno dell’uomo, numeri e parole, tendono verso l’astrazione della tela che si fa evidente nella pittura a strisce orizzontali e verticali. Soprattutto l’aspetto verticale della pittura blu scuro che passa la tela da parte a parte, ha le sembianze di un albero o di un palo della luce, con un rimando quindi agli oggetti quotidiani. Segni, strisce e parole restituiscono una testimonianza concettuale dell’arte.
Nato il 15 maggio del 1930, l’artista statunitense Jasper Johns è considerato il padre dell’arte concettuale e pop. Nato ad Augusta, Georgia, Jasper Johns cresce ad Allendale nello stato della Carolina del Sud, dove frequentò l’University of South Carolina, si stabilisce a New York. Nel 1949 frequenta la Parson School of Design per poco. L’arte è sempre stata una sua passione e nel 1954, dal ritorno della guerra trova impiego presso la libreria Marlboro Books, proprio tramite la scrittrice Suzi Gablik conosce quello che diventerà l’amico di una vita Robert Rauschenberg, ed insieme ad altre figure quali Merce Cunningham e John Cage, rivoluzioneranno la storia dell’arte. Le opere che resero il nome dell’artista celebre furono le prime serie che si collocano nel movimento new dada tra le quali “Target with Four Faces”, “Target with Plaster Casts”, le sequenze con i numeri e la famosa opera d’arte “White Flag”, del 1955, quest’ultima è preceduta da un’altra “Flag”, del 1954, ovvero la reinterpretazione della bandiera americana con più varianti. Dal 60’ le opere dell’artista americano si distinguono per la ripresa di elementi pop e minimal con le opere “Map” e “Numbers in Color”. Il suo riconoscimento a livello internazionale si trova nella partecipazione alla Biennale di Venezia del 1958.