Attr. Francesco Padovani – Ritratto di giovane donna con orecchino oro e rosa
Padovani Francesco

Il ritratto è una delle più diffuse espressioni artistiche nell’ambito soprattutto della pittura, ma anche della scultura, in tutte le epoche. Il ritratto è, in primo luogo, una descrizione del soggetto rappresentato, un tentativo di riportare in modo veritiero e naturale la sua fisionomia e le sue caratteristiche individuali. Con l’evolversi progressivo della ricerca artistica […]
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 60x50
- Certificato: No
- Codice prodotto: fpal001
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DESCRIZIONE
Il ritratto è una delle più diffuse espressioni artistiche nell’ambito soprattutto della pittura, ma anche della scultura, in tutte le epoche. Il ritratto è, in primo luogo, una descrizione del soggetto rappresentato, un tentativo di riportare in modo veritiero e naturale la sua fisionomia e le sue caratteristiche individuali. Con l’evolversi progressivo della ricerca artistica alla descrizione fisionomica del soggetto si è affiancata anche quella psicologica. Pertanto il ritratto, nei secoli, è diventato anche un mezzo d’indagine introspettiva sul soggetto, sul suo carattere e il suo stato d’animo. Sono intervenuti, a favore di questo tipo d’indagine, i processi di astrazione portati dall’arte contemporanea. L’opera, in basso a destra reca una firma attribuibile a Francesco Padovani, pittore vissuto tra la seconda metà del XIX e l’inizio del XX secolo, protagonista di un’interessante produzione romantica e verista. Tra i suoi soggetti preferiti troviamo, oltre alle scene di genere d’ispirazione letteraria o popolare, anche i ritratti.
Nell’esecuzione di questo dipinto l’artista dimostra di avere una notevole tecnica pittorica, tanto da permettergli una perfetta resa naturalistica del soggetto. La donna appare a mezzo busto, in una visione frontale, con la testa girata verso la nostra destra mediante una torsione del tutto naturale. C’è una grande precisione e ricchezza di particolari dal punto di vista fisionomico, in un ritratto essenziale, che concentra tutta l’attenzione sulla personalità del soggetto. Oltre che per questo grande studio del carattere, il pittore si distingue anche per una pennellata sciolta che crea una delicata morbidezza del modellato. Le forme del soggetto si fondono dolcemente con lo spazio decontestualizzato dello sfondo. Molto sapiente è però l’uso della luce che esalta la consistenza plastica del soggetto, soprattutto nei lineamenti veritieri del viso. La luce arriva da sinistra lasciando in penombra la zona alla nostra destra del volto. Il contegno, l’espressione seria e concentrata, ci dicono molto del carattere verista di questo dipinto, confermato anche dalla stesura pittorica, dinamica, vibrante di vitalità, lontana da una concezione accademica idealizzante.
L’opera reca, in basso a destra, una firma attribuibile a Francesco Padovani, pittore nato a Palermo nel 1842 e scomparso nel 1919. Dopo avere appreso i primi rudimenti artistici presso D’Antoni, frequentò l’Accademia del Nudo palermitana. Fin dagli inizi fu orientato allo studio della figura dal vero, applicandone gli esiti in opere inizialmente d’ispirazione romantica e letteraria. Esordì a Palermo nel 1863 con Francesca da Rimini, acquistato da re Vittorio Emanuele II, e nel 1866 espose Fanciulla tradita (Palermo, Galleria Civica d’Arte Moderna); al 1874 risale L’abolizione del fidecommisso (Palermo, Galleria Civica d’Arte Moderna), una delle sue opere più celebrate. Si interessò di restauro, aggiornandosi a Firenze sulla tecnica del distacco degli affreschi. Nella sua produzione successiva compaiono anche quadri di figura in costume, scene di genere e vedute d’interno. Dagli anni ’90 partecipò del gusto liberty diffusosi nella decorazione: insieme con altri artisti, lavorò in diversi edifici palermitani.