Attr. a Tonino Caputo – Senza titolo

Attr. a Tonino Caputo – Senza titolo

Attr. Caputo Tonino

Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo. L’opera in oggetto presenta un tipo di composizione molto particolare nella quale, alla presenza […]

  • Tecnica: mista
  • Dimensione: 60x77
  • Anno: 1978

  • Certificato: No
  • Codice prodotto: rsac001

Visualizzazioni 611

DESCRIZIONE

Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo. L’opera in oggetto presenta un tipo di composizione molto particolare nella quale, alla presenza di oggetti in primo piano che ricordano una natura morta, si unisce il paesaggio, in un’armonica fusione nella riproduzione della realtà secondo lo stile dell’artista.

La presente opera rispecchia, sia per la scelta del soggetto che per lo stile, la fase più razionalista della carriera pittorica di Tonino Caputo. Rispetto alla produzione di scenari urbani iperrealisti, troviamo una base comune nella ricerca di una purezza formale e compositiva assolute. Ma laddove i paesaggi newyorkesi vengono realizzati con una precisione fotografica, in opere come quella in oggetto, Caputo arriva ad un maggior grado di astrazione. Dunque la percezione di Caputo è sempre rivolta a trasfigurare la realtà in linee e forme geometriche, ma in questa fase pittorica tale operazione viene condotta tramite un linguaggio totalmente oggettivo e asciutto che rasenta la metafisica. Un netto tratto nero individua sia i volumi elementari degli oggetti che le ombreggiature, realizzate in maniera volutamente stereotipata. Coerentemente, in questa ottica razionalista, la stesura del colore viene eseguita mediante campiture compatte, che non lasciano spazio a nessun tipo di pittoricismo.

Tonino Caputo è nato a Lecce nel 1933, oltre che pittore è anche scenografo. Si è laureato in Architettura a Roma e in un primo tempo si è accostato all’arte informale, esponendo, nel 1958, con Mimmo Rotella, Carla Accardi, Corrado Cagli. Alla fine degli anni Sessanta è impegnato come scenografo nell’allestimento degli spettacoli di Carmelo Bene. Nel 1972 partecipa alla sezione teatro della Biennale di Venezia per le scenografie di “Egloga” di Franco Cuomo. Le sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private in Italia, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Svizzera, Inghilterra, Svezia, Danimarca, Israele, Stati Uniti, Argentina e Australia.


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