Andrea Capasso – Senza titolo

Andrea Capasso – Senza titolo

Capasso Andrea

  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensione: 30x40

  • Codice prodotto: PPAO001

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DESCRIZIONE

I fiori come soggetto a sé cominciano a comparire all’interno delle “nature morte”, genere che vede la luce agli inizi del XVII secolo. In seguito l’attenzione dei pittori per il mondo floreale, soprattutto con gli impressionisti, si fa sempre maggiore, in quanto occasione straordinaria per catturare vibrazioni cromatiche e luminose. Così i fiori cominciano a comparire non solo nei vasi, ma anche immersi nel loro paesaggio naturale. Se all’inizio della sua storia era un pretesto per i pittori per cimentarsi in una riproduzione fotografica della realtà, con l’arte contemporanea il soggetto dei fiori diventa anche un modo di interpretare la realtà.

Nella sua produzione il pittore Andrea Capasso mostra sempre l’adesione ad un modulo stilistico corsivo, immediato, che garantisce costantemente una rappresentazione carica di freschezza esecutiva. In particolar modo, rispetto ad una funzione strutturale del colore, Capasso preferisce una tecnica più gestuale che riesce a trasmettere le emozioni dell’artista direttamente sulla tela. E così la stesura viene effettuata tramite delle pennellate grosse e dense di colore, le quali connotano la rappresentazione anche di una suggestione materica. Come possiamo desumere dall’analisi di questa opera, dunque, Andrea Capasso è un artista che dimostra di aver subito profondamente l’influenza delle correnti pittoriche di tipo post-impressionista. Il suo linguaggio, infatti, è estremamente sintetico e fondato sui valori espressivi del colore

Andrea Capasso è stato un pittore originario di Sicignano degli Alburni, nato nel 1905 e scomparso nel 1968. Inizia la sua carriera artistica nel 1923, quando si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Inizialmente si dedicò alla pittura di paesaggio ed, in particolare, iniziò a ritrarre la semplice realtà del territorio degli Alburni. La sua passione per la caccia lo portò a ritrarre più volte come soggetto gli uccelli, ed in particolare i pettirossi, vittime dei cacciatori come nei dipinti “Il pettirosso morto” degli inizi del 1950 e “Beccaccia colpita”, olio su tavola del 1956. Molti suoi affreschi decorano la Chiesa di Montevergine di Altavilla Silentina, la Chiesa di San Giorgio di Postiglione e la Chiesa dell’Annunziata di Castelluccio Cosentino.


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