Alfio Paolo Graziani – Mimosa
Graziani Alfio Paolo
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 105x65
- Anno: Anni '50
- Codice prodotto: GCOH001
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DESCRIZIONE
I fiori come soggetto autonomo cominciano a comparire all’interno delle
“nature morte”, genere che vede la luce agli inizi del XVII secolo. In seguito
l’attenzione dei pittori per il mondo floreale, soprattutto con gli impressionisti,
si fa sempre maggiore, in quanto occasione straordinaria per catturare
vibrazioni cromatiche e luminose. Così i fiori vengono rappresentati non solo
nei vasi, ma anche immersi nel loro paesaggio naturale. Se all’inizio della sua
storia era un pretesto per i pittori per cimentarsi in una riproduzione
fotografica della realtà, con l’arte contemporanea il soggetto dei fiori diventa
anche un modo di interpretare la realtà.
L’artista Alfio Graziani ci mostra come il suo linguaggio pittorico sia votato ad
una fedele trasposizione della realtà sulla superficie dell’opera. Il suo
interesse principale è per i valori plastici, modellati e torniti, che vengono
ammorbiditi da un tenue pittoricismo quel tanto che basta a fonderli
nell’atmosfera. Per il resto il soggetto si staglia netto, con evidenza quasi
iperrealista. Si nota, infatti, una volontà di riportare sulla tela oggettivamente,
con grande lucidità, i dati sensibili che il pittore ha di fronte agli occhi. Tutto
ciò è possibile perché Graziani è in possesso di una notevole tecnica, che
ricorda la pittura fiamminga, nella precisione con cui riproduce i vari materiali
e le superfici e gli effetti della luce incidente su di essi. Bellissima è anche la
definizione dello spazio, dove è proprio la luce a misurare l’ampiezza della
stanza tramite un pittoricismo più vibrante.
Alfio Graziani è nato a Roncoferraro nel 1900 ed è scomparso a Gavirate nel
1981. Ha studiato all’Accademia di Brera di Milano con Cesare Tallone e
Ambrogio Alciati. Si è dedicato soprattutto al paesaggio e alla riproduzione
dei fiori con i quali ha partecipato alle Internazionali di Venezia, alle Mostre
Sindacali regionali e interregionali. Nel 1930 ha esposto alla Biennale
Veneziana “Baracche e case” e un “Ritratto”; a quella del 1932, “Vecchia
stazione”; “Case in collina” e “Confidenze”; nello stesso anno è presente a
Milano alla III Mostra d’Arte del Sindacato regionale coi dipinti: “Eupilio”;
“Brianiza” e “Fanciulla in verde”. Alla Galleria d’Arte Moderna di Milano è
conservata “Autunno” che ottenne il premio Guido Ricci. E’ stato premiato
con medaglia d’oro dal Ministero dell ‘Educazione Nazionale nel 1932, e
medaglia d’argento nel 1933 per l’affresco “Il Mercato”. Ha ottenuto anche il
premio Sallustio Fornara nel 1939. Nel 1931 partecipa alla Ia edizione della
Mostra Quadriennale d’Arte Nazionale a Roma con i disegni “Canzone
alpina”, “La darsena” e “Il sentiero”, mostra ove espone nuovamente alla II
edizione del 1935, alla III del 1939 ed alla IV edizione del 1943.