Gregorio Sciltian – Betsabea
Sciltian Gregorio

Opera venduta
- Tecnica: Multiplo
- Dimensione: 59 x 90 (82 x 112 con cornice)
- Tiratura: Esemplare 54/690
- Codice prodotto: LSAL003
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DESCRIZIONE
Betsabea è un personaggio dell’Antico Testamento. Le scritture narrano che il
re Davide se ne invaghì scorgendola al bagno mentre passeggiava nel suo
palazzo, a tal punto che per farla sua provocò la morte del marito Uria.
L’iconografia della Betsabea è piuttosto diffusa nella pittura italiana,
soprattutto quella veneta del Cinquecento, in cui uno dei soggetti preferiti è il
nudo femminile. La Betsabea viene sempre rappresentata al bagno o, come
in questa interpretazione più moderna di Sciltian, intenta in operazioni di
toelettatura aiutata da una serva.
Lo stile di Gregorio Sciltian punta fortemente sull’esaltazione dei valori plastici
degli oggetti. Il pittore tornisce i volumi, li enfatizza con il disegno e li fa
risaltare con un’illuminazione omogenea di tutta la composizione. In questo
modo le superfici è come se fossero fatte di un qualche materiale prezioso e
lucido. Sciltian, proprio ai fini di un’esaltazione totale del plasticismo, elimina
qualsiasi effetto pittorico arrivando ad uno stile che si può dire iperrealista, in
cui però gioca un ruolo fondamentale anche lo studio del Caravaggismo e dei
pittori fiamminghi.
Gregorio Sciltian, italianizzazione di Grigorij Ivanovič Šiltjan (Rostov, 1900 –
Roma,1985), è stato un pittore armeno. Nel 1919 a seguito della Rivoluzione
d’Ottobre lascia la Russia e si stabilisce a Costantinopoli. Il suo stile viene
formandosi negli anni Venti, quando ritorna alla figurazione classica,
studiando all’Accademia e nei Musei di Vienna le opere del Rinascimento
italiano. Nel 1923 si trasferisce in Italia; apre uno studio a Roma e partecipa
alla II Biennale romana nel ’25. Roberto Longhi presenta la sua personale
alla casa d’arte Bragaglia. Il critico fa il punto sulla peculiarità di una pittura
che recupera la tradizione caravaggesca e fiamminga con un realismo di
impressionante fedeltà fotografica: una perfezione lenticolare raggiunta con
una materia dalla cromìa compatta e tecnica mutuata dalla pittura antica.