Domenico Purificato – Ragazza con gallo
Purificato Domenico

Il ritratto è una delle più diffuse espressioni artistiche nell’ambito soprattutto della pittura, ma anche della scultura, in tutte le epoche. Il ritratto è, in primo luogo, una descrizione del soggetto rappresentato, un tentativo di riportare in modo veritiero e naturale la sua fisionomia e le sue caratteristiche individuali. Con l’evolversi progressivo della ricerca artistica […]
- Tecnica: Incisione su argento
- Dimensione: 13 x 12
- Anno: 1982
- Certificato: Certificazione dell'artista.
- Stato di conservazione: Ottimo
- Tiratura: 72/200
- Codice prodotto: LPOR002
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DESCRIZIONE
Il ritratto è una delle più diffuse espressioni artistiche nell’ambito soprattutto della pittura, ma anche della scultura, in tutte le epoche. Il ritratto è, in primo luogo, una descrizione del soggetto rappresentato, un tentativo di riportare in modo veritiero e naturale la sua fisionomia e le sue caratteristiche individuali. Con l’evolversi progressivo della ricerca artistica alla descrizione fisionomica del soggetto si è affiancata anche quella psicologica. Pertanto il ritratto, nei secoli, è diventato anche un mezzo d’indagine introspettiva sul soggetto, sul suo carattere e il suo stato d’animo. Sono intervenuti, a favore di questo tipo d’indagine, i processi di astrazione portati dall’arte contemporanea.
Questo ritratto è molto esplicativo del linguaggio artistico di Domenico Purificato. L’autore si pone sempre in una zona al confine tra un realismo senza filtri e una sorta di simbolismo idealizzante. Se il soggetto, come è usuale nell’arte di Purificato, è un personaggio umile e di estrazione popolare il pittore, nel ritrarlo, esercita delle forzature antinaturalistiche che semplificano la figura rendendola più iconica e simbolica. In questa incisione Purificato utilizza un tratto molto leggero, pieno di sfumature che rendono dinamica la superficie dell’opera.
Domenico Purificato, nato a Fondi nel 1915 e scomparso a Roma nel 1984. La sua attività artistica comincia a Roma già nel 1936, in concomitanza con quella di direttore della rivista “Cinema”. Ha preso parte a sei Quadriennali di Roma e quattro Biennali di Venezia. Inoltre è stato direttore dell’Accademia di Brera fino al 1980. Il suo stile consiste in un neorealismo ispirato alle classi popolari. Collaborò anche con il regista De Sanctis.