Castellani – Senza titolo
Enrico

L’opera si rifà ad un linguaggio estetico informale. La devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale lasciò un segno profondo nella civiltà occidentale che nelle arti visive si risolse anche in un’impossibilità di comunicare. Tale problematica per alcuni artisti sfociò in un rifiuto totale di qualsiasi linguaggio visivo che si tradusse nella nascita dell’Informale. Le varie […]
- Tecnica: Disegno
- Dimensione: 20x33
- Anno: 1958
- Certificato: Firma sul retro
- Stato di conservazione: Ottimo
- Codice prodotto: HSOU002
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DESCRIZIONE
L’opera si rifà ad un linguaggio estetico informale. La devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale lasciò un segno profondo nella civiltà occidentale che nelle arti visive si risolse anche in un’impossibilità di comunicare. Tale problematica per alcuni artisti sfociò in un rifiuto totale di qualsiasi linguaggio visivo che si tradusse nella nascita dell’Informale. Le varie correnti informali sono certo collegate all’Espressionismo Astratto americano, soprattutto per quanto riguarda la componente gestuale, ma si spingono oltre per quanto riguarda il rifiuto di qualsiasi elemento figurativo, anche geometrico. La loro ricerca si spinge piuttosto verso la materia con cui compongono le loro opere.
L’opera fa parte di una serie di disegni in cui Enrico Castellani mostra di aderire ad un’estetica informale. Usando un mezzo espressivo sintetico e bicromatico l’artista riesce a dare vita a composizioni complesse. Tale varietà e complessità va ricercata nel modo in cui Castellani riesce a modulare i vuoti e i pieni del disegno cercando equilibrio ed armonia anche all’interno di un’esecuzione gestuale. Vuoti e pieni che corrispondono al confronto tra una linea grafica arzigogolata e nervosa e zone in cui il colore nero si stende con macchie sinuose.
Enrico Castellani è nato a Castelmassa nel 1930 ed è scomparso a Celleno nel 2017. La sua formazione è avvenuta in Belgio alla École Nationale Superieure. Nel 1957 si stabilisce a Milano dove inizia a collaborare con Piero Manzoni. Dopo le prime esperienze nel campo dell’Informale proprio con Manzoni fonda la rivista Azimuth che propone un azzeramento nel campo dell’arte. Tale azzeramento per Castellani e per Bonalumi significherà l’estroflessione delle tele. Tra le mostre più importanti ricordiamo la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1964, nel 1966 nel 1984 e nel 2003. Nel 1965 partecipa alla collettiva “The Responsive Eye” al MoMA di New York e alla VIII Biennale di San Paolo in Brasile. Nel 1970 prende parte alla collettiva “Vitalità del negativo nell’arte italiana”, a cura di Achille Bonito Oliva, al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 1981 partecipa a “Identité Italien. L’art en Italie depuis 1959”, a cura di Germano Celant, al Centre Pompidou di Parigi.